Al largo dell’isola di Stromboli è stato ritrovato un importante relitto di alto valore sia dal punto di vista storico che sul piano culturale: si tratta di un incrociatore che era affondato nel 1942, e che a bordo trasportava più di 500 persone. A individuarlo è stato, nel corso di un’attività di sorveglianza e di verifica tecnica, il cacciamine Vieste della Marina militare italiana, impegnato nell’esplorazione dei fondali del Mar Tirreno.
La storia dell’incrociatore
L’incrociatore leggero Giovanni Delle Bande Nere era affondato il primo giorno del mese di aprile del 1942 dopo essere stato intercettato da Urge, il sommergibile della Gran Bretagna che lo aveva silurato. La nave, così, si era spezzata in due parti ed era affondata, trascinando con sé quasi tutti i 507 membri che facevano parte dell’equipaggio.
Il cacciamine ha identificato il relitto dopo averlo localizzato a circa una decina di miglia nautiche a sud di Stromboli, in una zona che è stata ritenuta compatibile con il punto in cui la nave era affondata.
L’affondamento
L’incrociatore era stato colpito mentre era in corso il suo trasferimento da Messina, da dove era partito, verso La Spezia, dove sarebbe dovuto giungere per consentire l’esecuzione in Arsenale di alcune riparazioni. La scorta della torpediniera Libra e del cacciatorpediniere Aviere non era stata sufficiente a evitare il disastro. Sul cacciamine Vieste sono stati imbarcati dei veicoli subacquei grazie a cui la scoperta è stata realizzata, capaci di effettuare ricerche anche a notevoli profondità.
Dopo che l’area è stata circoscritta tenendo conto delle coordinate ipotizzate per l’affondamento, il fondale è stato mappato con il veicolo Hugin. Più tardi il Multipluto ha permesso di identificare i contatti e, in questo modo, è stato possibile anche realizzare le prime riprese della nave, le cui immagini hanno permesso di scoprire l’esistenza di ben tre tronconi dovuti alla rottura dell’incrociatore italiano.