La recente tragedia che ha interessato l’isola di Stromboli induce a domandarsi se e quanto i vulcani delle Eolie siano effettivamente pericolosi. Proviamo a dare una risposta a questo interrogativo.

Il vulcano di Stromboli

Il vulcano di Stromboli produce un magma caratterizzato da una discreta fluidità che, nel corso della risalita all’interno dei condotti, cristallizza in modo parziale.

L’attività vulcanica è rappresentata soprattutto dal lancio dei cosiddetti proietti vulcanici, vale a dire frammenti semiconsolidati di lava. Le eruzioni di questo vulcano sono esplosive: all’interno del condotto vulcanico si può creare un tappo di lava solidificata, il quale viene rimosso in continuazione in assenza di deflagrazioni troppo intense. Queste ultime si alternano in maniera irregolare con il lancio di proietti ed effusioni laviche, anche nel corso della stessa eruzione. Ciò che rimane è costituito dagli strato-vulcani, vale a dire edifici vulcanici che si formano per la stratificazione di materiali piroclastici e di colate laviche solidificate.

Il vulcano di Vulcano

L’altro importante vulcano delle Eolie è, appunto, quello di Vulcano. Esso è in grado di generare eruzioni esplosive caratterizzate da un livello di violenza molto elevato, in grado addirittura di distruggere il cono stesso dal quale provengono. Le lave che compongono le emissioni presentano un contenuto elevato di gas e risultano alquanto viscose. Esse diventano solide nei periodi di quiescenza tra le diverse eruzioni, e ciò porta alla formazione di una sorta di tappo a causa del quale il condotto viene ostruito.

La pressione dei gas aumenta di conseguenza, e nel corso dell’eruzione seguente ci saranno esplosioni violente accompagnate dall’emissione di scorie solide. Queste ultime non sono altro che il risultato della rottura del tappo.

In più, durante l’eruzione, compaiono nubi ricche di ceneri di grandi dimensioni, la cui forma ricorda quella di un fungo.

Cautela e prudenza

Chi ha intenzione di visitare l’area craterica della Fossa di Vulcano deve adottare la massima cautela ed essere per quanto possibile prudente, ricordando di non respirare i gas che vengono generati dalle fumarole del cratere, visto che essi sono pericolosi per la salute.

Vige il divieto di scendere dentro il cratere, poiché al suo interno ci potrebbe essere anidride carbonica in concentrazioni molto elevate. Si tratta di un gas asfissiante che tende a depositarsi nelle depressioni con facilità, anche perché è più pesante rispetto all’aria: meglio tenerne conto.

Sarebbe opportuno, poi, evitare di avvicinarsi ai punti di emissione, dove si potrebbero manifestare dei fenomeni di combustione causati dalle alte temperature. C’è bisogno di maschere speciali, dotate di filtri ad hoc, per respirare nei pressi delle fumarole, i cui gas contengono acido fluoridrico, acido cloridrico e acido solfidrico.

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